Fenomeni fenomeni fenomeni

Articolo pubblicato sulla rivista "NEXUS" n. 112 - Inverno 2020

Tra “Acqua granda” e Mose, osservazioni su una classe dirigente che a parole dice di amare Venezia ma che, nei fatti, ha accumulato anni di scelte sbagliate.

Venezia, città unica al mondo. Per le sue calli, i suoi campielli, per i suoi rii, la Piazza San Marco, i suoi ponti, le sue chiese, Palazzo Ducale. Per i suoi antichi e nobili palazzi, il Canal Grande, le gondole. Ogni cosa, ogni edificio, ha una sua storia, una ragione di essere che parte da lontano, dall’epoca della Serenissima Repubblica o anche prima. Così come le isole che ne fanno parte, tutte più o meno famose, per il vetro o il tombolo, o pur anche solamente per le origini dei suoi abitanti, pescatori o marinai.
Da sempre Venezia e le sue isole convivono con l’anch’esso famoso fenomeno dell’acqua alta che, da novembre a (ormai) marzo/aprile, caratterizza questo territorio. È un fenomeno oggi per lo più prevedibile in presenza di forti venti di scirocco che spingono l’acqua marina all’interno della Laguna, per non parlare dell’influenza della luna che determina il flusso delle maree. 

Un fenomeno del tutto naturale a cui l’uomo ha cercato da sempre di porre qualche rimedio. Con la sistematica pulizia dei rii e dei canali nell’antichità, che agevolava e favoriva il normale deflusso dell’acqua durante la bassa e alta marea, o con la disposizione delle abitazione ai così detti piani alti o nobili dei palazzi e degli edifici, lasciando al piano terreno solo quei locali di deposito o magazzini che poco soffrivano in presenza di acqua. Rimedi antichi ma efficaci. Oggi, tutti o quasi tutti i piani terra, pur se con l’ausilio di pompe e paratoie, sono altrimenti utilizzati come attività commerciali di ogni genere e dimensione, in taluni casi uffici e abitazioni. Cosicché, quando questo fenomeno, l’alta marea appunto, raggiunge livelli elevatissimi come quella registrata il 12 novembre, crea alla città tutta e alle sue isole una serie di gravi e seri danni. 

Al fine di arginare questo fenomeno, ripetiamo naturale, da molti anni ormai – se la memoria non mi inganna 17, da quando sono iniziati i lavori e almeno altrettanti per decidere se farli o meno – hanno risposto quelli che io chiamo Fenomeni, ma in questo caso umani. Gli antichi e funzionali interventi sono stati accantonati, per la ricerca di più moderni, costosi, onerosi e chissà se più efficaci rimedi. 

Una pletora di politici, infatti, amministratori locali, regionali e nazionali, hanno concorso a far diventare l’immane e annunciata opera del Mose, il più grande garbuglio che la storia del nostro Paese abbia mai conosciuto. Ha già inghiottito qualcosa come 5 miliardi di euro e, se aggiungiamo gli interessi che lo Stato ha pagato comunque negli anni, diventano 6. Altri 500 milioni sembra servino per ultimarlo e se aggiungessimo i circa 500 milioni di danni che la città ha subito, si raggiunge la ragguardevole, imponente cifra di 7 miliardi di euro. Considerato che nessun collaudo è stato mai ancora fatto, nemmeno parziale (??); sperando che le tanto discusse cerniere non fuse ma saldate tengano e non diano problemi; accertato che tutto l’ambaradan avrà un costo di manutenzione di circa 150 milioni l’anno, non ci resta che pregare la Madonna della Salute sul suo funzionamento.

I fenomeni hanno fatto molto bene tutto il male che potevano fare e troppo male quel poco di bene che non hanno per altro fatto.

Viene spontaneo chiederci: ma chi sono questi Fenomeni? Come è possibile e come è stato possibile tutto ciò? Se è vero che un medio appartamento per 4 persone, comprensivo di ogni opera di urbanizzazione necessaria, può costare per realizzarlo circa 180 mila euro, ne consegue che è stata dissipata la stessa cifra occorrente a costruire una città di oltre 150 mila persone! Fenomeni!

Il giorno dopo l’alta marea del 12 novembre e per alcuni giorni, nella città di Venezia e nelle isole c’è stato un vero e proprio viavai delle più alte figure di Governo e non solo. Sono venuti tutti a rendersi conto da vicino di quanti danni che – grazie parzialmente anche a loro ma soprattutto ai loro predecessori – la città aveva subito. Persino la Nazionale di calcio… forse avevano in animo di fare una partita in Piazza San Marco!

Il risultato è stato che, per giorni e giorni, su tutte le reti, i network nazionali e internazionali, si è visto e rivisto, parlato e sparlato di questo disastro. Lasciando intendere che Venezia fosse diventata né più né meno che l’antica città scomparsa di Atlantide. Cosicché ad oggi e nonostante la laboriosità dei veneziani, che in pochi giorni hanno reso le loro attività commerciali, negozi e alberghi, nuovamente fruibili, sono arrivate e continuano ad arrivare disdette, intorno al 50 per cento, alle già acquisite prenotazioni turistiche. Fenomeni. Ci è mancato solo qualche giornalista nazionale o internazionale che scrivesse o iniziasse a scrivere come fece un tempo Giampaolo Pansa da Longarone: “Scrivo da una Venezia che non esiste più”. Non è accaduto ma ci siamo andati molto vicino. 

Sono trascorsi ad oggi che scrivo oltre 40 giorni da quella fatidica notte e nessuno di questi Fenomeni, nessun politico, nessun giornale o televisione nazionale o internazionale parla o mostra la Venezia tornata alla vita, pulita e ordinata, quanto meno per dare una mano dal punto di vista turistico a tutte quelle attività di ristorazione, caffetterie, commerciali e alberghiere così già duramente colpite.

Per il resto, finite le passerelle e le sfilate, tutto è tornato nella “anormalità” del non far niente, se non i conclamati annunci e proclami. Come dire, “passata la festa, gabbato lo Santo”. Ma per Venezia certamente non è stata una bella festa, non lo è stata per i suoi operatori economici come per gli abitanti delle isole, Pellestrina in primis, che hanno in alcuni casi perso tutto o quasi. Non lo è stata e continua a non esserlo, per tutti quei monumenti particolarmente colpiti e aggrediti dall’acqua salata, come la Basilica di San Marco, dove pavimenti e mosaici, marmi e rivestimenti sono vicini al collasso. Hanno fatto, questi Fenomeni, più male che bene. Anzi, hanno fatto molto bene tutto il male che potevano fare e troppo male quel poco di bene che non hanno per altro fatto. Alcuni di essi, visti in Tv, essendo la velocità della luce più veloce del suono, possono essere sembrati anche brillanti, prima di sentire le stupidaggini che dicevano. Fenomeni

Cosa hanno fatto lo sappiamo e lo conosciamo. Cosa faranno purtroppo lo immaginiamo. Cosa stanno facendo è noto: 64 senatori, infatti, nei giorni scorsi, si sono impegnati allo spasimo e hanno firmato per il referendum confermativo per bloccare la legge sul taglio dei parlamentari, da 945 a 600 in tutto. Premesso che per chi scrive, forse anche 600 sono troppi, è palese la paura di questi solerti senatori di perdere la propria poltrona e vedere vanificarsi la possibilità di una loro riconferma. 

Venezia, i problemi del Paese, la crisi economica, la disoccupazione giovanile, il problema dell’emigrazione e tutti gli altri problemi che non stiamo qui ad elencare, non sono interessanti, sono cioè assai lontani da questi soggetti, da questi onorevoli Fenomeni appunto.

Un dubbio, però, nel finire di scrivere mi sorprende e assale. Non è che tutti questi siano Fenomeni paranormali?

Foto: postcardtrip da Pixabay