Risi, sorrisi e risate
A volte è un’immagine, altre volte è un profumo, nel mio caso è un suono, il suono di una risata, a riportarmi indietro fino alla scuola elementare e da là agli anni della giovinezza trascorsi in famiglia. Qual è l’ultima volta che abbiamo riso? Pensiamoci… più recente è la risata meglio sarà!
“Il più bel riso l’ho veduto ieri, sbocciar raggiante sul visetto sporco di un monelluccio figlio di randagi…”.
Così iniziava una poesia bellissima di Edoardo Mottini, scritta fra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso e che, come si insegnava fare, la imparai a memoria alle prime classi elementari.
Mi è rimasta così impressa che, ancora oggi, la ricordo perfettamente e, più di allora, ne gusto i passaggi ed il suo significato. Ed ogni volta che ci penso, mi appare ed ho, davanti agli occhi, quell’immagine disegnata a colori pastello, sul mio libro di quel bimbetto. E un riso mi compare e segna il volto. Forse perché anch’io ero un “monelluccio”, o forse perché lo sono sempre un po’ stato. È, forse, che ho sempre affrontato ogni situazione e circostanza difficile, con quella particolare mimica del volto che ci porta a quel leggero stiramento delle labbra, al riso, appunto.
Un riso, come nel gagliardo seppur bimbetto di E. Mottini, quasi di sfida o di scherno, pur nell’essersi sbucciate le manine, cadendo sulla strada brecciolosa.
Oggi, certamente, sorridiamo e ridiamo tutti un po’ meno. Vuoi per questioni contingenti il momento o per la complessità del nostro lavoro, vuoi perché distratti da altre cose o altre attività che, senza accorgersene, ci allontanano se non addirittura ci impediscono di vivere quelle situazioni di gioia e spensieratezza a cui eravamo abituati.
Il sorriso è, infatti, quella manifestazione di serenità, di benessere e apertura nei confronti di una persona o delle persone che ci circondano. Il sorriso ed il rispondere con un sorriso è certamente “la pozione magica” per risolvere ogni situazione o, quantomeno per cercare di gettare le basi per la soluzione di ogni problema. Una volta, il sorriso era copioso e naturale in famiglia. Con i propri cari si manifestava in primis il proprio stato d’animo, lo star bene e quindi il volerlo condividere innanzi tutto e, soprattutto con loro.
Oggi lo si fa molto più spesso fuori, magari passeggiando o al ristorante, al bar con gli amici, in giro per la città o magari al cinema, sempre, naturalmente, Covid permettendo. Si è smarrita quasi, anche quella sana abitudine di un tempo, non certo remoto, in cui l’ambiente domestico incitava ed invogliava al sorriso, magari sotto la spinta di questo o quel familiare che, più di tutti lo propiziava per modo di fare o per raccontare le cose. Erano, lo ricordo benissimo, delle sonore manifestazioni di viva allegria e divertimento ma, talvolta, anche di derisione e scherno verso qualcuno che, presente o no poco contava, era stato preso di mira o meglio, oggetto di quell’interesse goliardico tipico di certe situazioni.
Ed erano, come si suol dire, risate di cuore, sonore “sganasciate” insomma, che inumidivano gli occhi prima per poi addirittura farli lacrimare. E non erano certo poche o rare le occasioni in cui ci si riuniva tutti, in famiglia, anche con il preciso scopo di “farci quattro risate”.
Ridevamo in salotto o in sala da pranzo, che poi spesso era un unico ambiente, in cui c’erano oltre ad un grande tavolo, un divano e, se abbastanza grande anche due poltrone con il televisore. Questi i luoghi propiziatori per ridere e sorridere, per ascoltare e farsi ascoltare. Non lo era certamente la camera da letto, dove ci si andava a riposare se vecchi o stanchi o a fare altro se giovani e prestanti. Ed erano così naturali e spontanei quei momenti e quelle risate che, molte volte, diventavano così contagiose, anche se non si era capita la battuta o non si era compreso il perché di quel gran ridere dell’altro.
Ed è per questo che, alcune volte, si rideva anche per un nonnulla, bastava poco, anzi pochissimo. Eravamo, per così dire, predisposti al sorriso, alla spensieratezza. E non credo che, per certi altri versi, la vita fosse molto più̀ semplice di oggi. Avevamo altri problemi, altre necessità, altre aspirazioni. Tutto però era meno complesso, difficoltoso. Ci si accontentava di poco, questo si, anche se, quel poco, per allora era comunque abbastanza. Noi, giovani di allora, sognavamo una 500 usata anche di terza mano, purché funzionante, una ragazza, o meglio “la ragazza” ed un posto di lavoro. Niente in confronto a quanto si cerca e si desidera oggi. Con la differenza che, allora, eravamo pronti ai più grandi sacrifici e ad impegnarci fino allo stremo pur di raggiungere quelli che erano i nostri obiettivi, le nostre aspirazioni. Non credo scrivere una corbelleria nel ritenere che oggi, forse, non c’è più quel forte spirito di sacrificio al quale noi eravamo votati, così come si è alzata enormemente l’asticella delle cose desiderate. Ma questo fa parte dei tempi e, per certi aspetti, potrebbe essere anche coerente con i giorni nostri.
Ma, tornando alla risata, essa è quella voglia che non può e non deve mancarci di sorridere. È un dato di fatto che, comunque ci ristora e allieta. Affrontare la giornata, seppur difficile, controversa e faticosa con il sorriso sulle labbra non può che aiutarci e sostenerci. Anche i medici lo dicono e quasi lo prescrivono: la risata fa bene perché provoca la dilatazione dei vasi aumentando il flusso sanguigno. È questa una proprietà anche cardio-protettiva che, di questi tempi non guasta. La risata, è risaputo, riduce gli ormoni dello stress e dell’adrenalina. Addirittura, quando si ride, il cervello rilascia particolari sostanze dette endorfine che alleviano persino il dolore fisico. Ed è per questo che, di concerto, si dice che la risata allunga la vita! Perché con essa aumenta il numero di cellule produttrici di anticorpi creando un sistema immunitario più forte.
Ed allora cosa aspettiamo a farlo, non tratteniamoci troppo. Una vera, buona e genuina risata è, spesso, quello che più ci vuole. Il buon umore, al mattino, inizia con un sorriso a noi stessi. Facciamocelo, ne abbiamo bisogno davvero e, se credete, sorridete anche adesso. Non preoccupatevi, al massimo, se qualcuno vi vedesse, penseranno che siete “fuori di testa” e, per questo, rideranno anche loro!