Intelligenza Artificiale Teodoro Russo blog

A.I.

Cosa diranno nel futuro a proposito della nostra epoca? Forse non ricorderanno i dazi, le guerre, le pandemie; forse i nostri saranno semplicemente gli anni in cui vide la luce la più sconvolgente invenzione della storia: l’intelligenza artificiale.

…e fu l’Uomo! Così nel libro della Genesi leggiamo ciò che il sesto giorno Dio creò, a sua immagine e somiglianza, dopo aver creato i cieli e la Terra. Il settimo giorno, nell’ammirare tutto il suo creato lo benedisse e si riposò.

Per altri, l’uomo di oggi è il risultato di un lungo processo evolutivo che ha avuto inizio milioni di anni fa. Fu Charles Darwin, illustre scienziato e biologo inglese del secolo XIX a studiare prima e illustrare poi, la sua teoria sulla nascita ed evoluzione della specie. Molti dei dati da lui raccolti sono ancora oggi oggetto di studio e di approfondimento, tanto che, con l’Era Darwiniana, nasce alla fine della sua trattazione l’Uomo Moderno, ovvero l’essere a noi simile, gradualmente evolutosi nel tempo attraverso il processo di selezione naturale.

Teoria questa in netto contrasto con il creazionismo della Genesi, che ritiene la specie come il frutto della creazione di Dio e quindi perfetta e immutabile. Queste le più seguite teorie sulla nascita e sull’evoluzione dell’essere umano. Entrambe, però, non possono che prendere atto che l’Uomo, grazie alla sua intelligenza, ha concorso e concorre con il suo modo e stile di vita a mutare e modificare sempre più l’habitat naturale che lo circonda, ed è sempre proteso alla continua ricerca di risposte agli innumerevoli quesiti che per il suo essere si pone, raggiungendo traguardi fino a qualche tempo fa inimmaginabili.

Traguardi che, con il loro moltiplicarsi, hanno conseguentemente e sistematicamente accelerato e aperto ad altre scoperte e conoscenze, come algoritmi infiniti o processi a catena che non si fermano e non si fermeranno più.

Proprio perché tutti, nessuno escluso, nascono da quella indomita sete di conoscenza insita nell’essere umano in quanto tale, sia esso creazione divina o frutto dell’evoluzione darwiniana. Ci si è spinti così avanti nella ricerca, che il mondo delle singole scoperte o invenzioni non ci basta più. Si è passati alla creazione di un sistema artificiale che, al pari dell’intelligenza umana, elaborando tutta una serie di dati e informazioni, può dare quelle risposte se non addirittura risolvere quei segreti scientifici fino ad oggi ritenuti irrisolvibili.

Un eccezionale computer o programmatore quindi, in grado di eseguire tutta una serie di funzioni avanzate, analizzando contemporaneamente un’infinità di dati, elaborandoli e studiandoli al fine di fornire risposte e addirittura suggerimenti. Nel suo più vasto significato, la capacità di un sistema tipicamente informatico, di riprodurre o simulare una generica forma di intelligenza con un sempre più ampio campo di applicazioni, dalle più semplici, ovvero quelle di creare testi, video, articoli, ecc… alle più complesse di tipo scientifico, medico, tecnico, economico e pur anche politico. È questa, in estrema sintesi, l’Intelligenza Artificiale che ha come acronimo AI (Artificial intelligence).

L’AI può dunque selezionare ed elaborare un’enorme quantità di dati con un’altissima precisione rispetto ai metodi tradizionali, analizzando perfino comportamenti, preferenze ed ogni tipo di traguardi già conseguiti, permettendo di raggiungere risultati incredibili. Algoritmi avanzati che possono creare contenuti su misura per rispondere ad ogni quesito anche con simulazioni virtuali, dando addirittura suggerimenti e indicazioni su come e cosa fare.

In poche parole è come se, in un unico contenitore, inserissimo tutte le migliori intelligenze della storia dell’uomo in ogni campo, matematico, fisico, medico, scientifico, letterario, musicale, artistico, ecc… da Leonardo Da Vinci ad Albert Einstein, da Isaac Newton a Marie Curie, da Marconi a Oppenheimer a Segré, da Goethe a Mozart e tanti altri.

Indubbiamente, così, su due piedi, non è possibile commisurare la portata e la rilevanza di quei risultati straordinari – fino a ieri persino inimmaginabili – che si possono e potranno ancora conseguire.

Al pari di ciò, le più modeste intelligenze umane oggi si interrogano da più parti se e come sarà possibile gestire, a fin di bene e solo per il benessere dell’Umanità, tale processo di straordinaria rilevanza.

Sarà in grado l’Uomo, creato o evolutosi nei millenni, di gestire e armonizzare l’enorme nuovo bagaglio di informazioni e scoperte che ne potranno conseguire? Avrà la capacità di valutare e, in alcuni casi, anche di controllare – se non addirittura di ripudiare – le indicazioni o le scoperte che l’AI gli fornirà?

Ecco, questo è il vero punto su cui dovrà focalizzarsi la discussione: sarà in grado l’intelligenza umana di regolare, asservendola solo ai suoi bisogni, l’AI? Sarà in grado, l’Uomo di Dio o quello darwiniano, di gestire sempre e comunque l’algoritmo di tutte quelle informazioni che l’intelligenza artificiale e il digitale possono fornirgli? Sarà capace, con la dovuta discrezione e ottimizzazione delle informazioni, ad applicarle a sua immagine e somiglianza? Tutti ormai comprendono l’enorme difficoltà di risolvere i quesiti emersi, a causa della grande complessità e promiscuità di fattori che comporta l’uso dell’AI nella vita dell’uomo.

Ecco allora il paradosso: sarà forse necessario attrezzarsi per scoprire, costruire o inventare un’altra intelligenza artificiale, capace di annullare o risolvere tutte quelle problematiche che la primordiale AI ci creerà?

Intanto, certamente con il mio modesto QI, mi pongo e vi pongo il quesito.
Sarebbe il caso, però, che anche noi tutti, umili pensatori e scrittori, pubblicassimo e diffondessimo ciò che pensiamo, ciò che la nostra mente produce e ci dice di fare!
Senza ricorrere, naturalmente all’uso dell’intelligenza artificiale…