Grandi, grossi e vaccinati
Una riflessione sull’attualità politica nei giorni dell’insediamento del governo Draghi, a un anno dall’inizio della pandemia che, forse, vedrà una soluzione nella campagna vaccinale. Ma quando arriverà un vaccino anche per i nostri politici, un vaccino contro la stupidità e l’incompetenza?
È da poco iniziato il nuovo anno. Abbiamo brindato al suo arrivo con più grinta ed entusiasmo del solito volendo lasciarci alle spalle definitivamente quello che è stato l’anno che tutti ricorderemo come l’anno del Covid-19, della Pandemia, del lockdown, della chiusura di molte attività commerciali, della perdita per molti del posto di lavoro, della chiusura delle scuole, degli ospedali pieni e del caos, dei numerosi morti, troppi forse, che hanno portato il nostro Paese ai vertici di una macabra classifica mondiale.
L’arrivo del vaccino, anzi dei vaccini, sembra finalmente concretizzare quella che, fino a poco tempo fa, era solo una speranza. La pratica della vaccinazione, ossia inoculare nel nostro corpo il virus reso innocuo, per indurre l’organismo a produrre anticorpi specifici, risale alla fine del ‘700. Più tardi, tale pratica, detta appunto vaccinazione, fu ripresa e perfezionata da Pasteur intorno alla fine del XIX secolo. Grazie ad essa, malattie come la Polio ed il Vaiolo sono state sconfitte e debellate quasi totalmente. Unica differenza è che, nel caso del Coronavirus, i vaccini sono stati prodotti in tempi eccezionalmente brevi, anzi brevissimi. In meno di un anno si è riusciti a fare tutto quello che nel passato si è fatto in diversi anni se non addirittura in decenni.
La scienza, con i più preparati e capaci studiosi, ha compiuto il massimo sforzo in tutte le parti del mondo, pur non sempre confrontandosi e dialogando fra loro. Valenti ricercatori nei più attrezzati laboratori, giorno e notte, hanno analizzato e studiato quel virus killer in tutti i suoi particolari, in tutti i suoi dettagli, le sue mutazioni. A tappe più che serrate sono già arrivati i primi vaccini che, ad oggi, hanno bisogno di una doppia somministrazione per essere efficaci.
Altri sono già in una fase di studio avanzato. La medicina, la scienza, la ricerca, non si fermano e non possono fermarsi. Altri ne arriveranno e saranno sempre più efficaci aumentando il periodo di immunità al virus, se non addirittura rendendo il nostro organismo capace di autodifendersi per sempre dal suo attacco.
Ma proprio il breve periodo e l’eccezionale sforzo compiuto nella ricerca induce alcuni medici (e non solo) a diffidare di tali vaccini, soprattutto per gli eventuali effetti collaterali che potrebbero avere sull’organismo. Si sfiora il paradosso. Proprio coloro che più dovrebbero sostenere il tema della vaccinazione, decidono, per fortuna sono pochi, di non vaccinarsi. Non basta, Pfizer, la più grande ed importante casa farmaceutica che ha sottoscritto un contratto miliardario con l’Europa per la fornitura di milioni di vaccini, ha già notevoli ritardi nelle forniture. Astra-Zeneca e Moderna, le altre società produttrici di vaccini sembrano anch’esse in ritardo. C’è solo da sperare che questi colossi, queste multinazionali, mantengano gli impegni sottoscritti. Ne va di mezzo la salute e l’economia di mezzo mondo.
È così forte la preoccupazione che la Commissione Europea sta addirittura valutando la possibilità di testare il vaccino russo Sputnik, che ha tanto fatto parlare di sé nei giorni in cui il presidente Putin annunciava la sua scoperta e la sua efficacia. Speriamo bene.
Intanto, in Italia, la pandemia continua a mietere vittime, ci avviciniamo alla soglia delle 90 mila. Mai avremmo potuto immaginare che questo virus, così subdolo e trasformista, potesse colpire così profondamente. Già, “trasformista”: da alcuni giorni infatti si parla già della variante Inglese e della variante Brasiliana che, a detta degli esperti, potrebbero essere ancora più aggressive e virulente. È proprio il caso di dire che sarà benedetto quel giorno in cui saremo tutti vaccinati.
Col senno di poi, avevano certamente ragione di preoccuparsi ma, per fortuna, per bravura, o perché “grande, grosso e vaccinato” sono sempre riuscito a cavarmela.
Unica differenza è che, all’epoca, quel modo di dire o di esprimersi, veniva usato per infondere fiducia e rassicurazione, prendendo in prestito situazioni dovute forse al vaccino anti Polio e del Vaiolo che, all’epoca, si somministrava addirittura nelle scuole dell’infanzia.
Oggi, purtroppo, il vaccino anti Covid-19 è parimenti una necessità per raggiungere quella immunità di gregge che consentirebbe a tutto il mondo di tornare alla normalità. In tutto questo, è il caso di dirlo, pandemonio, la Politica sta facendo la sua parte. Intesa non come lavorare a produrre atti propedeutici per la risoluzione dei mille problemi che questo stato di cose naturalmente genera. No, niente di tutto questo, nella maggioranza dei casi ha contribuito a creare ancor di più differenze e disuguaglianze sociali, non sostenendo adeguatamente l’economia e le attività produttive, i piccoli ma numerosi artigiani o commercianti ormai vicini al collasso, il mondo dell’hospitality in tutta la sua filiera, ecc. e poi il mondo della scuola: gli studenti di ogni ordine e grado hanno inesorabilmente perso tra l’anno scorso e questo che stiamo vivendo, quel ciclo di insegnamenti che peserà a tutti i livelli sul loro stato di preparazione. Anche la Sanità, soprattutto pubblica, in moltissime regioni paga e sta pagando tutta una serie di macroscopici errori, disfunzioni e malversazioni, che la Politica ha generato se non addirittura messo in atto.
Non basta. In un mondo come questo, dove tutti dovremmo essere uniti e fare corpo unico per combattere il virus e per cercare le soluzioni migliori ai molteplici problemi, “Loro”, i politici, litigano e si dividono su ogni e qualsiasi questione. Inevitabile la crisi di un Governo che certamente non ha brillato, certamente non era il migliore, certamente avrebbe dovuto e potuto fare meglio e di più. Tutte le reti nazionali hanno trasmesso lo spettacolo indegno delle accuse reciproche, delle inutili chiacchiere, degli sproloqui e di ogni qualsivoglia idiozia durante le sedute dei due rami del Parlamento. E si che, questi signori sarebbero i nostri “onorevoli” rappresentanti. Per quanto visto, la disaffezione e un moto di nausea per quella che un tempo era la nobile arte della Politica allora ci pervade e, attoniti, per quello che stiamo vivendo, siamo preda di pensieri assai insoliti.
Arriviamo addirittura a domandarci perché ancora non è stato prodotto un vaccino contro la Politica delle idiozie, della cattiva amministrazione o dell’ignoranza nell’amministrare la cosa pubblica. Un vaccino contro l’antidemocrazia, contro la Politica degli interessi personali, particolari e del malaffare. Un vaccino contro la stupidità, contro l’immobilismo della Politica e del tirare a campare. Un vaccino contro l’esercizio di un potere in completa assenza di capacità, competenze, dinamismo. Un vaccino al quale nessuno, dico nessuno, aspirante o politico di professione, possa sottrarsi dal prendere già prima di candidarsi a qualsivoglia incarico pubblico.
Solo allora forse, e sempreché qualche professionista della Politica non scopra un qualche antidoto a questo “benedetto” vaccino, potremo sostenere di avere finalmente una classe politica degna e capace di amministrare questo nostro Paese sempre più in difficoltà.
Allora e solo allora, potremo organizzare “la Festa del Sorriso”. Tutti gli invitati dovranno portare con sé il sorriso, da troppo tempo nascosto dalla mascherina e dall’umore.
Foto: hakan german da Pixabay