Un insolito respiro
Con l’anno nuovo bisogna cambiare aria e portare, è proprio il caso di dirlo, un “vento di novità”. E allora vi propongo un articolo che, sono sicuro, leggerete in un soffio…
Il 2023 ha dato il suo primo vagito. Con esso il suo primo respiro che rappresenta il segnale della nascita, della vita.
È attraverso questo respiro – che diventa poi quasi un automatismo, qualcosa a cui non pensiamo più – che maciniamo i nostri giorni, i nostri domani.
“Buon Respiro a tutti” mi viene voglia di augurare, quindi, perché ovunque andremo, qualsiasi cosa faremo, di questo augurio ne avremo assolutamente bisogno e, credetemi, non ne potremo fare a meno.
Niente, infatti, ci rende così vivi e presenti come il respiro. Questo, oltre ad essere certamente inosservato, sottovalutato o addirittura non considerato, è sinonimo di vita. Senza di esso, non siamo più!
Se potessi, lo impacchetterei e lo regalerei a tutte le persone che amo, che stimo, a cui sono legato da sentimenti di profonda amicizia, e sceglierei proprio questo giorno, il primo dell’anno, per fare questo prezioso dono. Impossibile da confezionare e tanto più da spedire con un corriere; permettetemi allora di consegnarvelo attraverso questo mio scritto, questo regalo che ha la presunzione di contenere un respiro nuovo, al solo fine di condividere con voi la speranza dell’esistenza di quel mondo migliore che tutti auspichiamo. Perché il respiro è sole, gioia, vita, speranza.
Qualcuno sostiene che il respiro non è importante, considerato che è automatico, quasi meccanico. Niente di più sbagliato!
Il respiro siamo noi. È ciò che siamo, ciò che facciamo, ciò che proviamo.
Pensate alle varie situazioni in cui cambiamo il respiro dettato dal nostro stato d’animo. Quando siamo emozionati per una gioia, quando lo siamo per uno stato d’animo di apprensione o di difficoltà, davanti ad una situazione di pericolo o di grande sorpresa. Pensate quando al mattino presto ci alziamo e, magari all’aperto, respiriamo profondamente per regalarci un istante di felicità interiore. O quando, per la perdita di un nostro congiunto, lacrime e singhiozzi non ci consentono più di respirare, di parlare, restando soffocati non da un malessere fisico ma dal nostro sconforto, dallo sconcerto di quanto accaduto.
Sovente, la parola respiro viene anche adoperata per segnalare cose importanti, come quando si suol dire “è un’opera di grande respiro”; oppure, in altri casi, “di respiro ampio e potente”. Sempre evidenziando l’importanza e l’essenzialità del respiro, per l’appunto.
Concentrarsi sulla respirazione è da sempre, soprattutto nella cultura orientale, un metodo per incontrare e capire se stessi. Un esempio ne sono le varie discipline yoga, che fondono i loro principi proprio sulla conoscenza e regolazione della respirazione, al fine di raggiungere il più alto grado di meditazione, assai vicina alla contemplazione spirituale.
La realtà è che oggi tutti boccheggiamo! Non solo l’aria irrespirabile delle nostre città, ma anche perché saturi di cose, notizie, informazioni.
L’aria, sia fisica che spirituale, è pessima e ce ne accorgiamo tutte quelle volte che sentiamo la necessità di fare un lungo respiro prima di agire o decidere, o anche di astenerci dal fare una certa cosa. Ogni azione sembra ormai condurci in uno spazio chiuso, asfittico. Costrizioni e pressioni al posto di quiete, serenità ed aria aperta.
Eppure, da sempre, il respiro è il fondamento del nostro essere, sia oggettivamente che simbolicamente. Nella Genesi Dio alitò nelle narici dell’uomo un soffio vitale ed egli si animò e divenne un essere vivente. E la vita dell’uomo iniziò dunque da un respiro, il soffio datoci da Dio.
Negli anziani e in chi sta molto male, sentiamo dire dai medici “ha fame d’aria”. Recentemente il Covid ci ha fatto molto riflettere su ciò che causa ai nostri polmoni, fino a comprometterne inesorabilmente la respirazione.
Così come il cuore che batte dal primo all’ultimo momento della nostra vita, così il respiro scandisce la nostra esistenza, e solo quando quel ritmo incespica e manca l’aria, allora ne avvertiamo tutta l’importanza.
D’altra parte, tutto respira intorno a noi: il bosco, la natura, l’ondeggiare dell’erba, il cielo, il tremolio della luce, la pioggia, il freddo, il mare, gli animali tutti. Nulla è animato ed animabile, oserei dire, se non c’è il respiro.
Si nasce con un respiro e, dopo anni ed anni, accade che “ha esalato l’ultimo respiro” e tutti comprendiamo che la vita non c’è più.
Ma non voglio continuare ad assillarvi, in questo inizio d’anno, che si presenta già anomalo e complicato, con le mie esternazioni e magari… farvi mancare un po’ il respiro con i miei pensieri.
Desidero invece, in questo primo soffio dell’anno nuovo, in maniera non convenzionale, inalarvi un po’ di quella voglia di credere e di pensare che il futuro sarà certamente migliore, al fine di respirarlo insieme e per tanti anni ancora.