Un mio pensiero filosofico Teodoro Russo blog

Un mio pensiero… filosofico

«Non fare il filosofo» si dice a chi perde tempo in chiacchiere; «Questi sono discorsi filosofici» identifica un argomento di scarsa utilità pratica; insomma, mediamente la Filosofia non gode esattamente di buona pubblicità. Eppure, se rinunciamo ad essa ci consegniamo ad una vita fatta di «cose», senza scoprire mai i perché di quelle stesse cose.

L’amore per la conoscenza, la passione nel cercare di darsi delle spiegazioni, delle risposte, la voglia insaziabile di sapere, sono gli ingredienti e i princìpi fondanti dell’uomo, che lo spingono ad essere un po’ filosofo, pensatore; ovvero, ragionare e cercare spiegazioni oltre i normali confini dell’intelligenza, per curiosità e per quella innata voglia di voler approfondire e comprendere cosa e perché accade in tutto ciò che ci circonda.

Ma non sempre e non tutti gli uomini hanno caratteristiche così eccelse, così marcate; tanto che, in molte circostanze ci imbattiamo in persone che “filosofeggiano”, facendoci credere di ragionare e discutere con la presunzione di fare filosofia o addirittura di atteggiarsi a Filosofo.

La filosofia ha come oggetto il pensiero dell’uomo nei vari ambiti, quali ad esempio quello etico, politico, estetico, teologico, ecc.

Parlare di filosofia o meglio cercare di interpretare e capirne il significato per una persona come me, certamente pragmatica e con una formazione per il proprio lavoro che mi induce a ragionare su soluzioni e risposte tecniche, è impresa assai ardua se non impossibile. Ed è proprio per questo però, che il tema mi appassiona ed affascina, mi attrae ed entusiasma.

Chi ha mai detto che il pensiero pratico è sempre distante se non in antitesi con il pensiero filosofico?

Credo che invece, in qualche circostanza essi possano e debbano dialogare, confrontarsi se non addirittura congiungersi per fare sintesi su numerosi temi.

È o non è la filosofia l’amore per la sapienza, del sapere, della conoscenza e non serve – secondo i più – a comprendere meglio il mondo, noi stessi ma anche gli altri ed il loro modo di agire?
Ed in termini pratici o tecnici, non è altrettanto necessario poter dare risposte concrete su quella universalità di temi che, pur filosoficamente affrontati, abbisognano di quei correttivi od interventi pratici ineludibili per applicarne o ridurne gli effetti?

Altrimenti viene naturale chiedersi a cosa serve la filosofia in quanto scienza, se non a concorrere alla soluzione di quei temi che ella stessa affronta, analizza e solleva.

A cosa serve la filosofia nella vita, me lo spiegava benissimo mio padre già tanti anni fa, dicendomi che contribuiva a tracciare risposte alle domande sull’essere e l’esistenza umana. Ed è per questo che, ancora oggi, definisco mio padre il più grande filosofo che io abbia mai personalmente conosciuto e con cui ho avuto la possibilità di colloquiare. Lui, che certamente non era un cattedratico o un professore, a cui la vita però aveva insegnato molto ed era riuscito a fare tesoro di tutte le esperienze trascorse.

I suoi discorsi semplici ma profondi mi affascinavano, proprio perché figli di quel ragionamento forbito di saggezza che, solo anni dopo, ebbi il modo di affrontare.

Uno, in particolare, lo ricordo con grande lucidità, quando mi disse che il bene più prezioso che avevo a disposizione nella vita è il tempo.

E che esso è uguale, lo stesso e ineludibile per ciascun essere vivente, bello o brutto, ricco o povero, alto o basso, forte o debole che sia. Tutti hanno a disposizione ventiquattro ore al giorno, tutti i giorni, fino alla fine della propria vita. Per questo mi diceva di non sprecarlo, di non gettarlo via per cose inutili o peggio dannose, incitandomi a considerarlo come il mio più grande compagno di vita che, come altre cose, non mi avrebbe abbandonato mai, ma come tutte le cose sarebbe inesorabilmente trascorso, passato e non sarebbe mai più tornato indietro.

Ed è forse proprio questo l’assunto della filosofia, ovvero contribuire a costruire in ciascuno di noi un pensiero autonomo. A darsi delle risposte articolate maturate dalla profondità di un ragionamento, non escludendo quella coscienza critica che certamente va considerata e tenuta presente, riuscendo così ad argomentare le proprie opinioni su molteplici fatti o accadimenti. È per questo che i filosofi sono definiti pensatori, coloro che scompongono e analizzano in profondità i vari aspetti della vita.

La storia ce ne ha indicati tanti, più o meno famosi, più o meno importanti anche per i temi e gli argomenti trattati. Uno su tutti mi ha sempre colpito e affascinato, anche per la sua storia personale. Socrate che, pur costretto a causa del suo pensare e dei suoi ragionamenti filosofici ritenuti fuorvianti per i giovani greci, a bere la cicuta, si interrogava su cosa era meglio:

“Io a morire e voi a vivere, chi dei due vada verso il meglio è cosa ignota a tutti se non che a Dio”.

Anche in punto di morte, la conoscenza, il sapere diventava l’elemento principe per l’uomo nella ricerca della verità. Forse anche per questo alcuni definiscono la filosofia la scienza per eccellenza, anche se questo mi sembra un po’ eccessivo. È certamente però un modo per correlare il proprio pensiero anche ad uno stile di vita, ricollegandoci al pensiero socratico, naturalmente imperniato sulla propria saggezza e su un particolare sviluppo della ragione.

Diciamocelo pure francamente però, quanta poca saggezza oggi troviamo in noi stessi, in quello che facciamo o in quello che addirittura ricerchiamo.

La cultura, la conoscenza delle cose, di ciò che accade e perché accade, sono temi che quasi non ci appassionano più, che non stimolano e non alimentano i nostri ragionamenti, i nostri pensieri. Siamo tutti presi da altre cose, con l’ipocrita convinzione – questo l’assurdo – che vengano prima di altre o, peggio, che siano più importanti. Beati coloro che riprendono a ragionare o non hanno mai smesso di farlo, che si sforzano nella ricerca di ciò che effettivamente conta, che scolpisce e modella l’uomo in quanto tale.

In fondo non è difficile, pillole di saggezza non si vendono in farmacia, ma dobbiamo ricercarle dentro di noi, nella nostra mente e in ciò che la storia di vita ci ha insegnato.

Foto: Gerd Altmann da Pixabay